L'UNICEF sulla violenza in Israele e nello Stato di Palestina

Qui troverete gli attuali sviluppi della situazione umanitaria nel conflitto nel Vicino Oriente.

Ein Junge steht in Gaza inmitten von Häusertrümmern und hält seine Katze im Arm.
Tra le devastazioni del quartiere di Tal al-Hawa a Gaza, Karim, 15 anni, guarda il suo quartiere distrutto e stringe il suo gatto. «Non lascerei mai Karaz tra le macerie. Ora è la mia unica amica e mi prenderò cura di lei», ha detto.

+ + + Update 04 novembre 2023 + + +

Le donne, i bambini e i neonati di Gaza stanno sopportando in modo sproporzionato il peso dell'escalation delle ostilità nei Territori Palestinesi Occupati, sia in termini di vittime, che di ridotto accesso ai servizi sanitari, avvertono UNICEF, UNRWA, UNFPA, UNDP e OMS.

Al 3 novembre, secondo i dati del Ministero della Sanità, 2326 donne e 3760 bambini sono stati uccisi nella Striscia di Gaza, pari al 67% di tutte le vittime, mentre altre migliaia sono state feriti. Ciò significa che ogni giorno vengono uccisi o feriti 420 bambini, alcuni dei quali di pochi mesi.

I bombardamenti, le strutture sanitarie danneggiate o non funzionanti, i massicci livelli di sfollamento, il collasso delle forniture di acqua ed elettricità e il limitato accesso a cibo e medicinali stanno mettendo in grave crisi i servizi di salute materna, neonatale e infantile. Si stima che a Gaza ci siano 50.000 donne in stato di gravidanza, e più di 180 parti al giorno. Il 15% di loro rischia di avere complicazioni legate alla gravidanza o al parto e di aver bisogno di ulteriori cure mediche.

Queste donne non possono accedere ai servizi ostetrici di emergenza di cui hanno bisogno per partorire in sicurezza e prendersi cura dei loro neonati. Con 14 ospedali e 45 centri di assistenza sanitaria primaria chiusi, alcune donne sono costrette a partorire nei rifugi, nelle loro case, nelle strade in mezzo alle macerie o in strutture sanitarie sovraccariche, dove le condizioni igieniche stanno peggiorando e il rischio di infezioni e complicazioni mediche è in aumento. Anche le strutture sanitarie sono sotto tiro: il 1° novembre è stato bombardato l'ospedale Al Hilo, un ospedale materno cruciale.

Si prevede che le morti materne aumenteranno, data la mancanza di accesso a cure adeguate. Il bilancio psicologico delle ostilità ha anche conseguenze dirette - e talvolta mortali - sulla salute riproduttiva, tra cui un aumento degli aborti indotti dallo stress, dei nati morti e dei parti prematuri.

Prima dell'escalation, la malnutrizione era già elevata tra le donne in gravidanza, con conseguenze sulla sopravvivenza e sullo sviluppo infantile. Con il peggioramento dell'accesso al cibo e all'acqua, le madri faticano a nutrire e a prendersi cura delle loro famiglie, aumentando il rischio di malnutrizione, malattie e morte.

Anche la vita dei neonati è appesa a un filo. Se gli ospedali finiranno il carburante, la vita di circa 130 bambini prematuri che si affidano ai servizi di cura neonatale e intensiva sarà minacciata, poiché le incubatrici e altre attrezzature mediche non funzioneranno più.

Più della metà della popolazione di Gaza ora si rifugia in strutture dell'UNRWA in condizioni terribili, con acqua e cibo insufficienti, che causano fame e malnutrizione, disidratazione e diffusione di malattie trasmesse dall'acqua. Secondo le prime valutazioni dell'UNRWA, 4600 donne in gravidanza sfollate e circa 380 neonati che vivono in queste strutture hanno bisogno di cure mediche. Sono già stati segnalati oltre 22.500 casi di infezioni respiratorie acute, oltre a 12.000 casi di diarrea, che sono particolarmente preoccupanti dati gli alti tassi di malnutrizione.

Nonostante la mancanza di un accesso sicuro e duraturo, le Agenzie delle Nazioni Unite hanno inviato a Gaza medicinali e attrezzature salvavita, tra cui forniture per i neonati e per la salute delle donne. Ma c'è bisogno di molto di più per soddisfare le immense necessità dei civili, tra cui donne in gravidanza, bambini e neonati. Le agenzie umanitarie hanno urgentemente bisogno di un accesso continuo e sicuro per portare a Gaza più medicinali, cibo, acqua e carburante. Dal 7 ottobre non arriva più carburante nella Striscia di Gaza. Le agenzie umanitarie devono ricevere immediatamente il carburante per poter continuare a sostenere ospedali, impianti idrici e panifici.

È necessaria una immediata pausa umanitaria per alleviare le sofferenze ed evitare che una situazione disperata diventi catastrofica.

Tutte le parti in conflitto devono rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario di proteggere i civili e le infrastrutture civili, compresa l'assistenza sanitaria. Tutti i civili, compresi gli ostaggi attualmente detenuti a Gaza, hanno diritto all'assistenza sanitaria. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati senza ritardi o condizioni.

In particolare, tutte le parti devono proteggere i bambini dalle violenze e garantire loro la protezione speciale a cui hanno diritto in base alle leggi internazionali umanitarie e sui diritti umani.
 

Attualmente riceviamo molte domande sulla situazione dei bambini in Medio Oriente e sul nostro lavoro sul posto. Qui trovate le risposte.

L’UNICEF condanna fermamente la violenza e si adopera per la protezione di tutti i bambini. L’UNICEF esorta tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale e chiede pertanto:

  • un armistizio immediato e la fine della violenza;
  • il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi;
  • l’apertura di tutti i valichi di frontiera verso la Striscia di Gaza per consentire un accesso sicuro, durevole e libero agli aiuti umanitari, compresi l’acqua, i generi alimentari, l’assistenza medica e il carburante;
  • il rispetto e la protezione delle infrastrutture civili come le abitazioni e gli impianti sanitari, elettrici, idrici e igienici;
  • la garanzia di assistenza medica per impedire il diffondersi di malattie e assicurare la cura delle persone malate e ferite;
  • nei casi di urgenza medica, la possibilità di uscire dalla Striscia di Gaza o prestare assistenza sanitaria sul posto.

Nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, prima dell’ulteriore escalation della violenza in ottobre, circa 2,1 milioni di persone, tra cui 1,1 milioni di bambini, avevano bisogno di aiuti umanitari. L’UNICEF opera in tutta la Palestina già da molti anni e si adopera per consentire l’accesso a servizi e protezione per tutti i bambini.

Anche nell’attuale crisi, i collaboratori dell’UNICEF reagiscono ai bisogni urgenti dei bambini in tutta la Striscia di Gaza, ma l’accesso diventa sempre più difficile e pericoloso. I collaboratori dell’UNICEF, tuttavia, lavorano nella parte meridionale della Striscia di Gaza per continuare a raggiungere con gli aiuti umanitari i bambini bisognosi, per esempio con acqua potabile pulita, assistenza medica e sostegno psicosociale.

Dal 2009 l’UNICEF è attivo in Israele tramite il Fondo israeliano per l’UNICEF: si tratta di un cosiddetto Comitato Nazionale per l’UNICEF, paragonabile al Comitato per l’UNICEF Svizzera e Liechtenstein. Nei Paesi ad alto reddito, come ad esempio in Israele, Svizzera o Liechtenstein, è lo Stato stesso a svolgere i compiti programmatici che l’UNICEF intraprende o sostiene nei Paesi a basso reddito. Tali Stati, pertanto, non incaricano l’UNICEF di sviluppare e attuare programmi per i bambini. Il lavoro del Comitato Nazionale è incentrato sulla raccolta di fondi e sulla sorveglianza dell’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia a un livello politico ma non programmatico. Per questo non c’è un appello dell’UNICEF a raccogliere fondi per i bambini che vivono in Israele.

Update precedenti:

«Le scene di carneficina che provengono dal campo di Jabalia, nella Striscia di Gaza, in seguito agli attacchi di ieri e di due giorni fa, sono orribili e spaventose.

Anche se non abbiamo ancora una stima del tributo che l'attacco ha avuto sui bambini, le case sono state rase al suolo, centinaia di persone sono state evidentemente ferite e uccise, e molti bambini sono stati segnalati tra le vittime.

Questi due attacchi fanno seguito a 25 giorni di bombardamenti (oggi 26) in corso che, secondo le notizie, hanno provocato la morte di oltre 3500* bambini - senza contare i morti di ieri - e il ferimento di oltre 6800* bambini. Si tratta di oltre 400* bambini uccisi o feriti al giorno, per 25 giorni di fila. Questa non può diventare la nuova normalità.

I campi profughi, gli insediamenti per gli sfollati interni e i civili che li abitano sono tutti protetti dal diritto internazionale umanitario (DIU). Le parti in conflitto hanno l'obbligo di rispettarli e proteggerli dagli attacchi.

Attacchi di questa portata contro quartieri residenziali densamente popolati possono avere effetti indiscriminati e sono assolutamente inaccettabili. I rifugiati e gli sfollati interni sono protetti dal diritto internazionale umanitario. Le parti in conflitto hanno l'obbligo di proteggerli dagli attacchi.

I bambini hanno già sopportato troppo. L'uccisione e la prigionia dei bambini devono finire. I bambini non sono un obiettivo.

L'UNICEF ribadisce il suo urgente appello a tutte le parti in conflitto per un immediato cessate il fuoco umanitario, per garantire la protezione di tutti i bambini e per un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli per fornire aiuti salvavita su larga scala in tutta la Striscia di Gaza, secondo il Diritto Internazionale Umanitario.»

*Non è stata possibile una verifica indipendente di queste cifre.

Negli ultimi 18 giorni, nella Striscia di Gaza è stato registrato un bilancio devastante per i suoi bambini, con notizie di 2360* morti e 5364* feriti a causa degli attacchi incessanti, ovvero, secondo le notizie, più di 400 bambini uccisi o feriti ogni giorno. Inoltre, più di 30 bambini israeliani hanno perso la vita e decine rimangono in ostaggio nella Striscia di Gaza. Questo periodo di 18 giorni rappresenta l'escalation più letale delle ostilità nella Striscia di Gaza e in Israele a cui l'ONU abbia assistito dal 2006.

Quasi tutti i bambini della Striscia di Gaza sono stati esposti a eventi e traumi profondamente angoscianti, segnati da distruzione diffusa, attacchi incessanti, sfollamento e grave carenza di beni di prima necessità come cibo, acqua e medicine.

«L'uccisione e la mutilazione di bambini, il rapimento di bambini, gli attacchi a ospedali e scuole e la negazione dell'accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini», ha dichiarato Adele Khodr, Direttore regionale dell'UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa. «L'UNICEF lancia un appello urgente a tutte le parti affinché accettino un cessate il fuoco, consentano l'accesso umanitario e rilascino tutti gli ostaggi. Anche le guerre hanno delle regole. I civili devono essere protetti - soprattutto i bambini - e si deve fare tutto il possibile per risparmiarli in ogni circostanza.»

Anche in Cisgiordania si è registrata un'allarmante impennata di vittime, con quasi un centinaio di palestinesi che avrebbero perso la vita, tra cui 28 bambini, e almeno 160 bambini che avrebbero riportato ferite. Anche prima dei tragici eventi del 7 ottobre 2023, i bambini della Cisgiordania erano già alle prese con i più alti livelli di violenza legati al conflitto degli ultimi vent'anni, con la perdita di 41 bambini palestinesi e di sei bambini israeliani fino a quest'anno.

*Non è stata possibile una verifica indipendente di queste cifre.

«Sono inorridita dalla notizia della morte e del ferimento di bambini e donne in seguito all'attacco di ieri sera all'ospedale Al Ahli nella Striscia di Gaza. Mentre i dettagli stanno ancora emergendo e i corpi vengono ancora contati, le immagini dal campo sono devastanti.

Quanto successo sottolinea l'impatto mortale che la guerra in corso sta avendo sui bambini e sulle famiglie. In soli 11 giorni, centinaia di bambini hanno tragicamente perso la vita - senza contare le morti di oggi - e altre migliaia sono rimaste ferite, oltre a più di 300 000* bambini sfollati dalle loro case.

Gli attacchi ai civili e alle infrastrutture civili, come gli ospedali, sono inaccettabili e devono cessare subito. L'UNICEF rinnova il suo appello urgente per un'immediata cessazione delle ostilità, garantendo la protezione dei bambini dalle violenze e facilitando l'accesso sicuro e tempestivo degli aiuti umanitari ai bambini che ne hanno bisogno.

Ogni bambino, ovunque, merita la pace.»

– Dichiarazione del Direttore generale dell'UNICEF, Catherine Russell

*Non è stata possibile una verifica indipendente di queste cifre.

Stando ai resoconti, finora sarebbero stati uccisi almeno 1300* israeliani e feriti più di 4121*; Più di 9938* palestinesi sono stati feriti, tra cui 2450* bambini, almeno 2 808* palestinesi sono stati uccisi, tra cui 724* bambini. Si teme che questi numeri siano destinati ad aumentare ulteriormente con il proseguire delle violenze.

L’UNICEF sta inoltre monitorando da vicino i rapimenti di bambini segnalati nel sud di Israele e a Gaza e ribadisce che qualsiasi rapimento di bambini è una grave violazione; l’UNICEF chiede il rilascio immediato e la protezione di tutti i minori.

Si stima che 339 000* persone siano state sfollate dalle loro case a Gaza a causa dello stato di paura, insicurezza e distruzione. Le infrastrutture civili, tra cui scuole, ospedali e rifugi, sono state gravemente compromesse. La fornitura di elettricità nella Striscia di Gaza è stata ridotta in forte misura e la corrente elettrica è disponibile solo per tre o quattro ore al giorno. In conformità con il diritto umanitario internazionale, è imperativo che i servizi di base siano mantenuti in ogni momento. La maggior parte delle persone sta cercando rifugio nelle 92 scuole gestite dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente. In Israele, i bambini e le famiglie che sono stati costretti ad abbandonare le loro case cercano scampo in appositi rifugi e in scuole.

Di fronte all’escalation del conflitto, è importante rendersi conto che i bambini, indipendentemente dalle loro origini, sono i più vulnerabili e i più soggetti a traumi. Che siano palestinesi o israeliani, sono prima di tutto bambini che meritano protezione, cure e la possibilità di vivere in pace. L’appello dell’UNICEF per la cessazione immediata delle ostilità e per la protezione incondizionata dei bambini da ogni danno riflette l’urgenza della condizione.

Malgrado la difficile situazione umanitaria e di sicurezza, l’UNICEF è sul campo a Gaza e interviene con i suoi partner. A causa della crisi in atto, è necessario un ulteriore finanziamento di 17 milioni di dollari per fornire assistenza umanitaria immediata, come cure mediche, carburante e supporto psicologico e psicosociale.

Nei Paesi ad alto reddito, come Israele, è lo Stato stesso a svolgere i compiti programmatici che l’UNICEF intraprende o sostiene nei Paesi a basso reddito. I programmi dell’UNICEF non sono necessari in questi Paesi. Il Fondo israeliano per l’UNICEF (Comitato nazionale israeliano) è stato istituito nel 2009 e si adopera per promuovere e sensibilizzare l’opinione pubblica israeliana sui diritti dell’infanzia e per raccogliere fondi per il lavoro salvavita dell’UNICEF in tutto il mondo. Oltre a raccogliere fondi per l’UNICEF, l’IFU (Israeli Fund for UNICEF) interviene per promuovere e proteggere i diritti dell’infanzia in Israele attraverso l’educazione ai diritti dei bambini, l’iniziativa dei Comuni amici dei bambini e la partecipazione dei bambini.

*Non è stata possibile una verifica indipendente di queste cifre.

Centinaia di migliaia di bambini e le loro famiglie hanno iniziato ieri a fuggire dal nord di Gaza in vista di imminenti attacchi su larga scala. Questo segue giorni di bombardamenti su Gaza dopo i brutali attacchi del 7 ottobre. A quasi una settimana dall'inizio della guerra, centinaia di bambini sarebbero stati uccisi e altre migliaia feriti.

L'UNICEF chiede un cessate il fuoco immediato, mentre 1,1 milioni di persone - quasi la metà delle quali bambini - sono state avvertite di allontanarsi, in vista di quello che si prevede sarà un assalto militare su vasta scala in uno dei luoghi più densamente popolati del pianeta.

I bambini e le famiglie di Gaza hanno praticamente esaurito il cibo, l'acqua, l'elettricità, le medicine e l'accesso sicuro agli ospedali, dopo giorni di ostilità e tagli a tutte le vie di rifornimento.

«La situazione è catastrofica, con bombardamenti incessanti e un aumento massiccio degli sfollati, bambini e famiglie. Non ci sono luoghi sicuri», ha dichiarato il Direttore generale dell'UNICEF, Catherine Russell. «Un cessate il fuoco immediato e l'accesso umanitario sono le priorità assolute per consentire ai bambini e alle famiglie di Gaza di ricevere gli aiuti tanto necessari. Abbiamo bisogno di una pausa umanitaria immediata per garantire un accesso sicuro e senza ostacoli ai bambini bisognosi, indipendentemente da chi siano o da dove si trovino. Ci sono regole di guerra. I bambini di Gaza hanno bisogno di un supporto salvavita e ogni minuto è importante».

Le case e le infrastrutture critiche sono in rovina e oltre 423 000* persone sono già fuggite dalle loro abitazioni. Alcuni si sono rifugiati in scuole o ospedali, alcuni dei quali sono stati danneggiati dagli attacchi. Anche i due principali ospedali di Gaza, già a corto di carburante e stracolmi di civili feriti, sono stati avvertiti di trasferire pazienti e personale a sud in poche ore.

Al momento, per la popolazione civile non c'è praticamente alcuna via d'uscita da Gaza.

Gli operatori dell'UNICEF hanno continuato a rispondere ai bisogni critici dei bambini nella Striscia di Gaza, ma l'accesso sta diventando sempre più difficile e pericoloso. Gli operatori umanitari sono stati avvertiti di lasciare la città di Gaza, ma il personale dell'UNICEF rimarrà nel sud della Striscia per continuare a fornire assistenza ai bambini bisognosi.

L'UNICEF ha distribuito quasi tutti gli aiuti preposizionati e ha lavorato per mantenere in funzione l'unico impianto di desalinizzazione funzionante in tutta la Striscia di Gaza, con una capacità molto ridotta. L'impianto fornisce acqua sicura a 75 000 persone, ma senza carburante potrebbe presto fermarsi. Sono state fornite anche forniture mediche e medicinali agli ospedali, ma dato il numero di feriti, i letti degli ospedali e le medicine essenziali - compresi gli anestetici - si stanno rapidamente esaurendo.

«Un bambino è un bambino. I bambini di tutto il mondo devono essere protetti in ogni momento e non devono mai subire attacchi», ha dichiarato Russell. «Ribadiamo l'appello del Segretario generale delle Nazioni Unite a revocare l'ordine a più di un milione di civili palestinesi di lasciare il nord di Gaza e a prendere tutte le misure possibili per garantire la loro sicurezza.

*Non è stata possibile una verifica indipendente di queste cifre.

«Centinaia e centinaia di bambini sono stati uccisi e feriti. Ogni ora a Gaza aumenta il numero di bambini uccisi. L'uccisione dei bambini deve finire.

Le immagini e le storie sono chiare: bambini con orrende ustioni, ferite da mortaio e arti persi. E gli ospedali sono completamente sovraccarichi per curarli. Eppure, il numero continua a crescere.

I bambini israeliani tenuti in ostaggio a Gaza devono essere riuniti immediatamente e in sicurezza con le loro famiglie e i loro cari.La situazione umanitaria ha raggiunto livelli letali, eppure tutti i rapporti indicano ulteriori attacchi. La compassione - e il diritto internazionale - devono prevalere. L'UNICEF chiede un immediato cessate il fuoco, mentre 1,1 milioni di persone - di cui quasi la metà minori - sono state avvertite di allontanarsi in vista di quello che si prevede sarà un attacco di terra contro uno dei luoghi più densamente popolati del pianeta, ma senza alcun luogo sicuro dove i civili possano andare. I bambini e le famiglie di Gaza hanno praticamente esaurito il cibo, l'acqua, l'elettricità, le medicine e l'accesso sicuro agli ospedali, a seguito di giorni di attacchi aerei e di tagli a tutte le vie di approvvigionamento.

L'unica centrale elettrica di Gaza ha esaurito il carburante mercoledì pomeriggio, interrompendo l'elettricità, l'acqua e il trattamento delle acque reflue.La maggior parte dei residenti non può più rifornirsi di acqua potabile dai fornitori di servizi o di acqua per uso domestico attraverso le condutture. Almeno sei pozzi d'acqua, tre stazioni di pompaggio, un serbatoio d'acqua e un impianto di desalinizzazione che serve più di un milione di persone sono stati danneggiati dagli attacchi aerei.

Gli attori umanitari devono poter accedere in sicurezza ai bambini e alle loro famiglie con servizi e forniture salvavita, ovunque essi si trovino. In ogni guerra, quelli che soffrono di più sono i bambini. Questo è tragicamente vero oggi.»

– Dichiarazione del portavoce dell’UNICEF, James Elder

«L'ondata di violenza legata al conflitto continua a mietere terribili vittime tra i bambini e le loro famiglie in Israele e nello Stato di Palestina. Nulla giustifica l'uccisione, la mutilazione o il rapimento di bambini. Ogni ritardo nel porre fine al conflitto porterà inevitabilmente a conseguenze ancora più devastanti per i bambini.

Secondo i rapporti, centinaia di bambini israeliani e palestinesi sono stati uccisi e molti altri feriti nelle ultime 72 ore. L'uccisione e la mutilazione di bambini è una grave violazione e l'uccisione intenzionale è una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Chiediamo a tutte le parti di non prendere di mira i bambini e di adottare tutte le misure necessarie per garantire la loro protezione durante le ostilità.

Inoltre, arrivano notizie di rapimenti di bambini israeliani nella Striscia di Gaza. Il rapimento di bambini da parte di qualsiasi attore del conflitto costituisce una grave violazione e la presa di ostaggi è vietata dal Diritto Internazionale Umanitario in ogni circostanza. L'UNICEF chiede il rilascio immediato e sicuro di tutti gli ostaggi.

Alla data di ieri, secondo l'UNRWA, a Gaza c'erano più di 187 000 nuovi sfollati, molti dei quali hanno trovato rifugio nelle scuole dell'UNRWA, e molti di loro sono bambini. Alcune delle strutture che ospitano le famiglie sfollate a Gaza, comprese le scuole, hanno subito danni.

Centinaia di migliaia di bambini sono colpiti dall'escalation delle ostilità a Gaza e hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria e protezione. Prima di queste nuove violenze, 1,1 milioni di bambini avevano già bisogno di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania - rappresentando circa la metà della popolazione di bambini.

Siamo estremamente allarmati per le misure volte a tagliare l'ingresso di elettricità, cibo, acqua e carburante a Gaza. Questo aggiungerà un ulteriore livello di sofferenza all'attuale catastrofe che le famiglie di Gaza devono affrontare. Privare i bambini dell'accesso al cibo e ai servizi essenziali mette a rischio le loro vite, così come gli attacchi alle aree e alle infrastrutture civili - compresi i centri sanitari, le scuole e i sistemi idrici e igienici. È imperativo che tutte le parti si astengano da ulteriori violenze e attacchi alle infrastrutture civili, tra cui scuole, centri sanitari e rifugi.»

– Dichiarazione del portavoce dell’UNICEF, James Elder

«Nulla giustifica l'uccisione, il mutilamento o il rapimento di bambini – gravi violazioni dei diritti chel'UNICEF condanna incondizionatamente. Meno di 72 ore dopo lo scoppio delle terribili violenze in Israele, le notizie indicano che dilagano gravi violazioni dei diritti dei bambini. Molti bambini sono stati uccisi o feriti, mentre innumerevoli altri sono stati esposti alle violenze.

L'UNICEF chiede ai gruppi armati, o a tutti i responsabili, un rilascio immediato e in sicurezza di tutti i bambini in ostaggio a Gaza per poterli riunire alle proprie famiglie o a chi se ne prende cura. Chiediamo a tutte le parti di proteggere i bambini dai pericoli, in accordo con il diritto internazionale umanitario.

Sono inoltre profondamente preoccupata per le misure del blocco dell'elettricità e di impedire l'ingresso di cibo, carburante e acqua a Gaza, perché possono mettere le vite dei bambini a rischio.

È fondamentale che tutte le parti si astengano da ulteriori attacchi e violenze sulle infrastrutture civili. Con la situazione umanitaria in rapido deterioramento, gli attori umanitari devono poter accedere in sicurezza ai bambini e alle loro famiglie con servizi e aiuti salvavita – ovunque essi siano. Ricordo a tutte le parti che in questa guerra, come in tutte le guerre, a soffrire per primi e maggiormante sono i bambini.»

– Dichiarazione del Direttore generale dell'UNICEF, Catherine Russell

«Sono profondamente preoccupata per il benessere dei bambini in Israele e nello Stato di Palestina. Con notizie di centinaia di civili uccisi o feriti, stiamo monitorando attentamente la situazione per le segnalazioni di gravi violazioni dei diritti commessi contro i bambini.

Gli eventi di oggi continuano la tendenza dei picchi di violenza che hanno sconvolto Israele e lo Stato di Palestina, causando la morte di 199* bambini e il ferimento di oltre 2800* negli ultimi tre anni.

L'UNICEF chiede l'immediata cessazione delle ostilità e che tutte le parti proteggano i bambini dai pericoli e offrano loro la protezione speciale a cui hanno diritto, in conformità con gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario.

Più di ogni altra cosa, i bambini di Israele e dello Stato di Palestina hanno bisogno di una soluzione politica duratura alla crisi, in modo che possano crescere in pace e liberi dall'ombra della violenza.»

– Dichiarazione del Direttore generale dell'UNICEF, Catherine Russell