Lo scorso venerdì, sette bambini hanno perso la vita in un attacco nella città yemenita di Taizz. Henrietta Fore, Direttrice generale dell’UNICEF, rinnova l’appello alle parti in conflitto a risparmiare le infrastrutture civili.
In Yemen, si sta assistendo a una recrudescenza delle violenze, una volta di più a scapito dei più innocenti: i bambini. Lo scorso venerdì, infatti, sette minori tra i quattro e i quattordici anni hanno perso la vita in un attacco a Taizz. Il numero di bambini uccisi o feriti negli ultimi dieci giorni nelle regioni di Taizz e della capitale Sana’a sale così a 27, ma sono considerati solo i casi confermati dall’ONU: come sempre, quelli effettivi potrebbero essere ben più numerosi.
«Non c’è più un solo posto sicuro per i bambini nel paese», ha dichiarato Henrietta Fore, Direttrice generale dell’UNICEF. «Il conflitto li raggiunge in casa, a scuola e nei parchi giochi. Rinnoviamo il nostro appello alle parti in conflitto in Yemen e a chiunque abbia influenza su di loro affinché proteggano sempre i bambini. Gli attacchi alle infrastrutture civili devono cessare.»
La popolazione yemenita è minacciata anche dalla fame e dalle malattie. Si stima infatti che 360 000 minori di cinque anni soffrano di denutrizione acuta grave, mentre dall’inizio dell’anno il colera continua a fare vittime. A fine aprile e inizio maggio, l’UNICEF, in collaborazione con il Ministero della sanità yemenita e l’OMS, ha condotto una campagna di vaccinazione che ha permesso di raggiungere oltre un milione di persone e di proteggerle dalla malattia per circa sei mesi.
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