Giunti ormai al decimo anno della guerra civile siriana, un’intera generazione di bambini non conosce altro che scontri, paura e miseria. Dall’inizio del conflitto, in Siria o negli Stati limitrofi sono nati quasi sei milioni di bimbi. La pandemia di coronavirus è un’ulteriore catastrofe che si abbatte su di loro. In occasione della conferenza internazionale dei donatori, l’UNICEF chiede altri aiuti per la sopravvivenza, la protezione e l’istruzione di questa infanzia in Siria e nella regione.
Un recente sondaggio condotto nel paese e tra famiglie siriane in Giordania e in Libano ha dimostrato quanto siano devastanti le ripercussioni della guerra:
- quasi il 90 per cento delle persone interpellate ha dichiarato che i bambini sono le prime vittime del conflitto;
- tendenzialmente, i Siriani che vivono ancora in patria vedono il futuro dell’infanzia in modo più ottimistico rispetto a chi si è rifugiato in un paese limitrofo, le coppie senza figli nutrono in genere maggiori speranze rispetto a quelle con figli;
- oltre un terzo delle famiglie in Siria apprezzava la qualità dell’istruzione, il 23 per cento riteneva l’accesso alla scuola una delle maggiori sfide per i figli;
- la povertà, la presa a carico sanitaria e l’assistenza agli orfani sono tra gli altri principali problemi menzionati dagli interpellati;
- secondo la maggior parte dei partecipanti al sondaggio, la cosa più importante per i bambini è il ritorno a scuola;
- più della metà degli interpellati ha confermato che le scuole delle rispettive regioni sono state danneggiate;
- in alcune parti della Siria, oltre la metà dei partecipanti ha indicato che almeno un bambino della famiglia non va a scuola, contro circa un terzo tra i profughi siriani in Giordania e in Libano;
- quasi tutti gli interpellati ammettono che le ferite psichiche sono gravi quanto quelle fisiche;
- la maggior parte ha assistito alla fuga, al ferimento o al decesso di persone della propria cerchia di conoscenze;
- oltre la metà delle persone interpellate in Siria e più di un terzo di quelle interrogate in Giordania e in Libano hanno rivelato che un membro della loro famiglia è stato ferito in guerra;
- quasi la metà dei partecipanti al sondaggio in Siria ha indicato che un membro della famiglia è stato arrestato durante il conflitto, quasi un terzo delle persone interpellate in Giordania e in Libano ha confermato che tale sorte è toccata a loro o a un familiare.
«Questo sondaggio dà voce ai Siriani e consente loro di illustrarci come la guerra ha marchiato la loro vita e quella dei loro figli, e come sono sopravvissuti a uno dei conflitti più brutali della storia recente», ha spiegato Ted Chaiban, Direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa. «È palese come le ferite siano profonde e le ripercussioni sulla salute psichica drammatiche. Dall’inchiesta emerge inoltre che tra le principali preoccupazioni della popolazione ci sono l’istruzione dei bambini e la povertà.»
Si stima che 2,8 milioni di minori non frequentano la scuola, anzi, molti di loro non hanno mai avuto l’opportunità di seguire una lezione. Tuttavia, quasi cinque milioni di bambini in Siria e nei paesi limitrofi possono continuare ad apprendere grazie agli sforzi degli insegnanti, del personale scolastico e dei partner sul posto, nonché alla generosità dei sostenitori dell’UNICEF.
«Mentre attori rilevanti si incontrano a Bruxelles, desideriamo cogliere l’occasione per ringraziare di cuore tutti i donatori. Il loro contributo ha permesso a molti bambini siriani di continuare ad andare a scuola. Questo moto solidale nei confronti dell’infanzia in Siria e nei paesi limitrofi non deve arrestarsi, i bimbi devono poter recuperare gli anni persi o proseguire la loro carriera scolastica. Dato che l’istruzione informale in alcuni centri sostenuti dall’UNICEF e in luoghi a misura di bambino è stata interrotta a causa della pandemia di Covid-19, urgono notevoli mezzi finanziari per salvare il futuro dell’infanzia siriana e dell’intero paese», ha dichiarato Chaiban.
Per portare avanti i suoi programmi in Siria e nei paesi limitrofi, l’UNICEF necessita di 682 milioni di dollari.
Informazioni sul sondaggio
Il sondaggio è stato svolto dagli istituti demoscopici Gallup International e ORB International. Nel quadro di colloqui individuali, sono state interpellate 2552 persone in Siria e mille in fuga in Giordania e in Libano, ed è stato loro chiesto di esprimersi sulle loro preoccupazioni e sulle sfide a cui loro e i loro figli sono confrontati dall’inizio della guerra civile oltre nove anni fa. L’inchiesta è stata condotta nelle prime settimane dell’anno, prima che emergessero casi di Covid-19 nei tre paesi.
L’obiettivo del sondaggio era dare voce alle famiglie siriane, mostrare le ripercussioni della guerra e dei conflitti, e trovare una risposta adeguata alle esigenze formulate dagli interpellati.
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» Informazioni sul sondaggio e sulla situazione in Siria (in inglese)
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