UNICEF youth, la nuova piattaforma di partecipazione per i giovani

UNICEF Svizzera e Liechtenstein lancia UNICEF youth, una piattaforma di partecipazione per tutti i giovani dai 10 ai 24 anni. Qui, i bambini e gli adolescenti possono partecipare al lavoro di UNICEF Svizzera e Liechtenstein.

La partecipazione è un diritto dell’infanzia. Per questo UNICEF Svizzera e Liechtenstein si impegna per promuovere la partecipazione delle persone giovani. UNICEF youth è una nuova iniziativa lanciata da UNICEF Svizzera e Liechtenstein per portare nella propria organizzazione la partecipazione di bambini e giovani. Su UNICEF youth i giovani possono contribuire al lavoro di UNICEF Svizzera e Liechtenstein presentando le proprie idee e opinioni; ciò permette loro di farsi un’idea del lavoro di un’organizzazione internazionale per i diritti dell’infanzia.

Per comunicare su UNICEF youth si utilizza attualmente WhatsApp: qui si ricevono regolarmente informazioni sulle varie opportunità di partecipazione. Inoltre, le persone giovani e impegnate possono scambiarsi idee. UNICEF youth offre un’interessante opportunità a tutti coloro che desiderano far parte di una piattaforma nazionale su cui impegnarsi su base volontaria per i diritti dell’infanzia e la società. Ciò permette di acquisire esperienze preziose che possono essere d’aiuto per i giovani dal punto di vista sia personale sia professionale.

I membri di UNICEF youth hanno svariate opportunità di partecipazione: possono fornire feedback sul lavoro di UNICEF Svizzera e Liechtenstein, partecipare a sondaggi, discutere delle loro preoccupazioni con altri giovani ed esperti, partecipare a manifestazioni, sostenere iniziative sui social media e molto altro ancora.

Conoscete qualcuno che potrebbe avere interesse ad aderire, oppure volete registrarvi personalmente? Qui ci si può iscrivere. Qui potete inoltre ordinare gratuitamente il nostro dépliant informativo con gli adesivi di UNICEF youth.


UNICEF/WFP, accertata la carestia nel Darfur settentrionale

Sudan Hungersnot
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Dopo oltre 15 mesi di guerra in Sudan, una catastrofica combinazione di conflitto, sfollamento e limitazioni dell'accesso umanitario ha portato alla carestia in un campo che ospita centinaia di migliaia di sfollati nella regione sudanese del Darfur settentrionale.

La conclusione del Famine Review Committee (Comitato per l'esame della carestia – FRC), secondo cui nel campo di Zamzam è in atto una carestia, è la prima determinazione della carestia da parte del Comitato in più di sette anni e solo la terza volta che viene determinata una carestia da quando il sistema di monitoraggio è stato creato 20 anni fa. La FRC avverte che altre zone del Sudan rischiano la carestia senza un intervento concertato.

L'annuncio della carestia conferma i timori della comunità umanitaria e segue un'analisi dell'IPC di giugno che mostra un drammatico declino della sicurezza alimentare e nutrizionale, con 755.000 persone che si trovano ad affrontare condizioni catastrofiche di fame.

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Una crisi alimentare alimentata dal conflitto
L'UNICEF e il World Food Programme (WFP) hanno lanciato l'allarme sul rischio crescente per la popolazione del Sudan, in particolare per i bambini, se non si riusciranno a fornire aiuti urgenti alle comunità intrappolate nelle zone calde del conflitto, come Darfur, Khartoum, Kordofan e Al Jazirah. La situazione rimane critica in tutto il Paese e si stima che quest'anno 730.000 bambini soffriranno di malnutrizione acuta grave (SAM), la forma di malnutrizione più pericolosa per la vita.

Una dichiarazione di carestia significa che le persone, compresi i bambini, hanno già iniziato a morire di fame e di condizioni correlate, tra cui malnutrizione e infezioni. A differenza della crisi del Darfur di vent'anni fa, questa crisi di fame alimentata dal conflitto si estende a tutto il Paese, compresa la capitale Khartoum e lo Stato di Jazirah, in passato granaio del Sudan.

La grave limitazione dell'accesso umanitario è una delle principali cause delle condizioni di carestia in Zamzam. Sebbene a luglio l'UNICEF sia riuscito a consegnare a El Fasher scorte sufficienti di alimenti terapeutici pronti all'uso (RUTF) salvavita per curare circa 4.000 bambini gravemente malnutriti, compresa una dotazione per il campo di Zamzam, la continua mancanza di un accesso sicuro e duraturo fa sì che i bisogni rimangano enormi e che la capacità di consegnare forniture umanitarie sia imprevedibile.

Un urgente bisogno dell'accesso umanitario
"Abbiamo urgentemente bisogno di una massiccia espansione dell'accesso umanitario per poter fermare la carestia che ha preso piede nel Darfur settentrionale e impedire che si diffonda in tutto il Sudan. Le parti in conflitto devono togliere tutte le restrizioni e aprire nuove vie di rifornimento attraverso i confini e le linee di conflitto, in modo che le agenzie umanitarie possano raggiungere le comunità tagliate fuori con cibo e altri aiuti umanitari di cui hanno disperatamente bisogno", ha detto Cindy McCain, Direttrice Esecutiva del WFP. "Invito inoltre la comunità internazionale ad agire subito per garantire un cessate il fuoco in questo brutale conflitto e porre fine allo scivolamento del Sudan nella carestia. È l'unico modo per invertire una catastrofe umanitaria che sta destabilizzando questa intera regione africana”.

"Le notizie di ieri confermano alcuni dei nostri peggiori timori: la carestia che si sta verificando in alcune zone del Sudan sta infliggendo sofferenze inimmaginabili a bambini e famiglie che stanno già soffrendo per l'impatto di una guerra orribile", ha detto Catherine Russell, Direttrice Generale dell'UNICEF. "Questa è una carestia completamente causata dall'uomo. Chiediamo ancora una volta a tutte le parti di fornire al sistema umanitario un accesso sicuro e senza ostacoli ai bambini e alle famiglie in difficoltà. Dobbiamo poter utilizzare tutte le vie, attraverso le linee di conflitto e i confini. I bambini del Sudan non possono aspettare. Hanno bisogno di protezione, di servizi di base e soprattutto di un cessate il fuoco e della pace".

L'UNICEF e il WFP continuano a chiedere a tutte le parti in causa di garantire un accesso umanitario sicuro, senza ostacoli e prolungato, per consentire un'ulteriore espansione della risposta umanitaria e per permettere alle agenzie di effettuare le consegne in tempi rapidi.

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