In Sudan più di due milioni di bambini costretti a fuggire a causa del brutale conflitto

Almeno due milioni di bambini sono stati costretti ad abbandonare le loro case dallo scoppio del conflitto in Sudan - quattro mesi fa - una media di oltre 700 nuovi sfollati ogni ora. Mentre la violenza continua a devastare il Paese, si stima che oltre 1,7 milioni di bambini si stiano spostando all'interno dei confini sudanesi e più di 470.000 hanno attraversato i Paesi confinanti.

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Attualmente, quasi 14 milioni di bambini hanno urgente bisogno di sostegno umanitario, molti dei quali affrontano ogni giorno minacce multiple ed esperienze terrificanti. Oltre ai punti caldi del conflitto, come il Darfur e Khartoum, i pesanti combattimenti si sono ora estesi ad altre aree popolate, tra cui il Kordofan meridionale e occidentale, limitando la fornitura e l'accesso ai servizi salvavita per coloro che ne hanno urgente bisogno.

L'ultima Integrated Food Security Phase Classification (IPC) riporta che l'insicurezza alimentare è in aumento, stimando che 20,3 milioni di persone in Sudan saranno in condizioni di insicurezza alimentare tra luglio e settembre 2023, di cui almeno la metà bambini. Ciò significa che più di 10 milioni di bambini saranno probabilmente costretti a ridurre la quantità o la qualità del cibo che consumano per sopravvivere. In molti casi, le famiglie saranno costrette a fare entrambe le cose.

"Con oltre due milioni di bambini sradicati a causa del conflitto in pochi mesi e innumerevoli altri intrappolati nella sua spietata morsa, l'urgenza della nostra risposta collettiva non può essere sopravvalutata", ha dichiarato Mandeep O'Brien, Rappresentante dell'UNICEF in Sudan. "Stiamo ascoltando storie inimmaginabili di bambini e famiglie, alcuni dei quali hanno perso tutto e hanno dovuto vedere i loro cari morire davanti ai loro occhi. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: Abbiamo bisogno di pace ora perché i bambini possano sopravvivere".

Con l'inizio della stagione delle piogge, molte case sono state distrutte dalle inondazioni, con conseguente fuga di altre famiglie dalle proprie aree. Inoltre, il rischio di epidemie come colera, dengue, febbre della Rift Valley e chikungunya è significativamente più alto durante il periodo delle piogge. Attualmente, più di 9,4 milioni di bambini non hanno accesso all'acqua potabile in Sudan e 3,4 milioni di bambini sotto i 5 anni sono ad alto rischio di malattie diarroiche e colera.

La violenza continua a ostacolare la fornitura di servizi sanitari e nutrizionali, mettendo a rischio milioni di bambini. A Khartoum, nelle regioni del Darfur e del Kordofan, meno di un terzo delle strutture sanitarie è pienamente funzionante. L'insicurezza e lo sfollamento impediscono ai pazienti e agli operatori sanitari di raggiungere gli ospedali e le altre strutture sanitarie, molte delle quali sono state attaccate e distrutte.

I sistemi sanitari degli altri 11 Stati sono sovraccarichi a causa del massiccio spostamento delle popolazioni dai punti caldi a questi Stati meno colpiti. Secondo fonti dell'UNICEF, in tutti gli Stati del Sudan si registrano gravi carenze e scorte di medicinali e forniture, compresi articoli salvavita.

Nelle aree con un elevato numero di sfollati interni e dove i sistemi sanitari sono sotto pressione - come gli Stati del Nilo Blu e del Nilo Bianco - stanno riaffiorando focolai di malattie, tra cui il morbillo, con morti associate.

La combinazione letale di morbillo, malnutrizione e sfollamento mette a rischio la vita dei bambini se non si interviene con urgenza. Mentre il conflitto continua a devastare il Paese, quasi 700.000 bambini affetti da malnutrizione acuta grave rischiano di non sopravvivere senza cure, 1,7 milioni di neonati rischiano di non ricevere vaccinazioni salvavita e un'intera generazione di bambini rischia di non avere accesso all'istruzione.

Negli ultimi quattro mesi, l'UNICEF ha fornito servizi di salute, nutrizione, acqua, servizi igienici e sanitari (WASH), istruzione e protezione a oltre 4 milioni di bambini, madri e famiglie in tutto il Sudan. Nei prossimi 100 giorni, l'UNICEF ha urgentemente bisogno di 400 milioni di dollari per sostenere e ampliare la sua risposta alla crisi a sostegno dei bambini più vulnerabili.

L'UNICEF continua a chiedere a tutte le parti coinvolte nel conflitto di dare priorità alla sicurezza e al benessere dei bambini, di garantire la loro protezione e di consentire un accesso umanitario senza ostacoli alle aree colpite. Il supporto umanitario salvavita deve essere fornito senza indugio per proteggere e salvaguardare i diritti di milioni di bambini vulnerabili.

UNICEF/WFP, accertata la carestia nel Darfur settentrionale

Sudan Hungersnot
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Dopo oltre 15 mesi di guerra in Sudan, una catastrofica combinazione di conflitto, sfollamento e limitazioni dell'accesso umanitario ha portato alla carestia in un campo che ospita centinaia di migliaia di sfollati nella regione sudanese del Darfur settentrionale.

La conclusione del Famine Review Committee (Comitato per l'esame della carestia – FRC), secondo cui nel campo di Zamzam è in atto una carestia, è la prima determinazione della carestia da parte del Comitato in più di sette anni e solo la terza volta che viene determinata una carestia da quando il sistema di monitoraggio è stato creato 20 anni fa. La FRC avverte che altre zone del Sudan rischiano la carestia senza un intervento concertato.

L'annuncio della carestia conferma i timori della comunità umanitaria e segue un'analisi dell'IPC di giugno che mostra un drammatico declino della sicurezza alimentare e nutrizionale, con 755.000 persone che si trovano ad affrontare condizioni catastrofiche di fame.

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Una crisi alimentare alimentata dal conflitto
L'UNICEF e il World Food Programme (WFP) hanno lanciato l'allarme sul rischio crescente per la popolazione del Sudan, in particolare per i bambini, se non si riusciranno a fornire aiuti urgenti alle comunità intrappolate nelle zone calde del conflitto, come Darfur, Khartoum, Kordofan e Al Jazirah. La situazione rimane critica in tutto il Paese e si stima che quest'anno 730.000 bambini soffriranno di malnutrizione acuta grave (SAM), la forma di malnutrizione più pericolosa per la vita.

Una dichiarazione di carestia significa che le persone, compresi i bambini, hanno già iniziato a morire di fame e di condizioni correlate, tra cui malnutrizione e infezioni. A differenza della crisi del Darfur di vent'anni fa, questa crisi di fame alimentata dal conflitto si estende a tutto il Paese, compresa la capitale Khartoum e lo Stato di Jazirah, in passato granaio del Sudan.

La grave limitazione dell'accesso umanitario è una delle principali cause delle condizioni di carestia in Zamzam. Sebbene a luglio l'UNICEF sia riuscito a consegnare a El Fasher scorte sufficienti di alimenti terapeutici pronti all'uso (RUTF) salvavita per curare circa 4.000 bambini gravemente malnutriti, compresa una dotazione per il campo di Zamzam, la continua mancanza di un accesso sicuro e duraturo fa sì che i bisogni rimangano enormi e che la capacità di consegnare forniture umanitarie sia imprevedibile.

Un urgente bisogno dell'accesso umanitario
"Abbiamo urgentemente bisogno di una massiccia espansione dell'accesso umanitario per poter fermare la carestia che ha preso piede nel Darfur settentrionale e impedire che si diffonda in tutto il Sudan. Le parti in conflitto devono togliere tutte le restrizioni e aprire nuove vie di rifornimento attraverso i confini e le linee di conflitto, in modo che le agenzie umanitarie possano raggiungere le comunità tagliate fuori con cibo e altri aiuti umanitari di cui hanno disperatamente bisogno", ha detto Cindy McCain, Direttrice Esecutiva del WFP. "Invito inoltre la comunità internazionale ad agire subito per garantire un cessate il fuoco in questo brutale conflitto e porre fine allo scivolamento del Sudan nella carestia. È l'unico modo per invertire una catastrofe umanitaria che sta destabilizzando questa intera regione africana”.

"Le notizie di ieri confermano alcuni dei nostri peggiori timori: la carestia che si sta verificando in alcune zone del Sudan sta infliggendo sofferenze inimmaginabili a bambini e famiglie che stanno già soffrendo per l'impatto di una guerra orribile", ha detto Catherine Russell, Direttrice Generale dell'UNICEF. "Questa è una carestia completamente causata dall'uomo. Chiediamo ancora una volta a tutte le parti di fornire al sistema umanitario un accesso sicuro e senza ostacoli ai bambini e alle famiglie in difficoltà. Dobbiamo poter utilizzare tutte le vie, attraverso le linee di conflitto e i confini. I bambini del Sudan non possono aspettare. Hanno bisogno di protezione, di servizi di base e soprattutto di un cessate il fuoco e della pace".

L'UNICEF e il WFP continuano a chiedere a tutte le parti in causa di garantire un accesso umanitario sicuro, senza ostacoli e prolungato, per consentire un'ulteriore espansione della risposta umanitaria e per permettere alle agenzie di effettuare le consegne in tempi rapidi.

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