Lo Yemen è uno stato alla deriva e, ancora una volta, sono i bambini i più esposti: ogni giorno, almeno sei piccoli perdono la vita o sono feriti, e l’arruolamento nelle forze armate inizia già a dieci anni.
La guerra civile e la situazione umanitaria critica hanno un effetto devastante sulle condizioni dell’infanzia yemenita e hanno spinto il paese al limite dello sfacelo, come dimostra lo studio dell’UNICEF «Children on the Brink» pubblicato oggi.
Solo lo scorso anno, oltre 900 bimbi sono stati uccisi e più di 1300 feriti, quasi sette volte tanto rispetto al 2014. L’UNICEF ha inoltre confermato oltre cinquanta attacchi a scuole. La portata reale delle violenze perpetrate sui bambini potrebbe però essere molto maggiore.
«L’infanzia paga il prezzo più alto per un conflitto di cui non ha alcuna responsabilità», spiega Julien Harneis, rappresentante dell’UNICEF Yemen. «Non c’è più un solo posto sicuro per i bambini nel paese. È pericoloso anche solo giocare o dormire.»
Anche l’arruolamento e l’impiego di bambini soldato sono notevolmente aumentati. Piccoli di soli dieci anni portano armi e presiedono posti di blocco. L’anno scorso, l’UNICEF ha registrato 848 casi di reclutamento di minori.
Alla difficile situazione vanno ad aggiungersi sempre più attacchi a istituti sanitari, già provati dalla mancanza di personale ed equipaggiamento medico, e dalle interruzioni di corrente.
Quasi dieci milioni di bambini yemeniti, l’80 per cento dell’infanzia del paese, hanno urgente bisogno di aiuti umanitari, oltre due milioni sono minacciati da malattie diarroiche, 320 000 soffrono di grave denutrizione. Nonostante la violenza, le difficoltà d’accesso e condizioni finanziarie difficili, l’UNICEF e i suoi partner hanno aiutato milioni di piccoli e donne attuando programmi alimentari, garantendo l’erogazione di acqua potabile ed effettuando vaccinazioni.
Per continuare a prestare i suoi aiuti, l’UNICEF ha urgente bisogno di donazioni.